Chi ha Incastrato Roger Rabbit?
Un Lavoro di Squadra
L'ultimo lungometraggio a scrittura mista prodotto dagli studios Disney era stato il controverso Elliott il Drago Invisibile (1977), dopodiché questa fortunata formula cinematografica capace di ibridare animazione e live action era stata messa da parte. Il letargo non sarebbe durato a lungo, però, dato che nel 1981 il racconto Who Censored Roger Rabbit? scritto da Gary K. Wolf fornì alla dirigenza dell'epoca lo spunto per tornare a ragionare in questi termini: la storia di Wolf mescolava infatti esseri umani e creature di fantasia (personaggi dei fumetti, non del cinema), ipotizzando la loro coesistenza nel nostro mondo, lo stesso concetto alla base della tecnica mista. Il progetto vide la luce però soltanto dopo il cambio al vertice, quando nel 1985 Michael Eisner decise di approvarlo, ingaggiando come partner produttivo la Amblin di Steven Spielberg, e come regista quel Robert Zemeckis che nel frattempo si era fatto un nome con Ritorno al Futuro. Grazie ai buoni rapporti di Spielberg col resto dell'industria cinematografica, vennero concesse le licenze per l'utilizzo di un gran numero di personaggi non disneyani, dando così la possibilità di costruire un universo complesso e variegato, che potesse essere credibilmente ambientato nella Hollywood degli anni quaranta, la golden age dell'animazione. Il grandissimo animatore Richard Williams venne invece incaricato di supervisionare le porzioni animate del film, ma a causa della sua scarsa disponibilità a lavorare a Los Angeles col suo team, si decise di spostare le operazioni nei suoi uffici londinesi, inviando laggiù una parte consistente degli animatori della Walt Disney Feature Animation (gli odierni WDAS), mentre una piccola unità controllata da Dale Baer portava avanti il lavoro a Burbank.
Come si è visto, Who Framed Roger Rabbit? si svolge in un universo narrativo in cui gli esseri umani convivono con i cartoni animati, i quali sono consci della loro condizione e vivono a Hollywood relegati in un felice ghetto, Cartoonia (Toontown). Il film si svolge nel 1947, nel pieno dell'epoca d'oro dell'animazione statunitense, quando i cortometraggi rappresentavano un formato diffusissimo e gli studios che li producevano godevano di buona salute. Diversamente da quanto ci si aspetterebbe, ci viene mostrato il lato più oscuro e malato di quel mondo che normalmente si tenderebbe a considerare spensierato e infantile. Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? non è infatti un musical, né una commedia surreale, ma essenzialmente un noir e come tale presenta una trama complessa e un approccio più adulto ai contenuti. L'uso di un linguaggio colorito e in certi casi anche volgare ha fatto sì che la company scegliesse di rinunciare ad apporre al film il marchio Disney, preferendo l'etichetta Touchstone, creata poco tempo prima per giustificare l'uscita di prodotti lontani dalla policy aziendale.
Cartoonia a Tinte Fosche
A dispetto del titolo, il vero protagonista del film è il disilluso detective Eddie Valiant, interpretato da un magistrale Bob Hoskins. Traumatizzato dalla morte del fratello, suo ex-socio vittima proprio di un cartone animato, Eddie nutre un profondo risentimento nei confronti di Cartoonia, dove un tempo amava lavorare, ma di cui oggi non riesce più a cogliere il lato giocoso. Zemeckis con pochi tocchi riesce a farci capire il punto di vista di Valiant, dando al mondo dei cartoni animati un feeling piuttosto disturbante e suggerendo in questo modo che le simpatiche follie che vediamo sullo schermo, nel mondo reale corrisponderebbero alla schizofrenia. A questo proposito la figura del giudice Morton (Doom) si colloca molto bene, considerando la sua doppia natura di cartone animato ribelle, travestito da essere umano. La sua magistrale interpretazione si deve a Christopher Lloyd, il Doc di Back to the Future, con cui Zemeckis aveva già lavorato con soddisfazione. Un personaggio che all'epoca dell'uscita del film fece grande scalpore è la bomba sexy Jessica Rabbit, corrispettivo animato del classico stereotipo della donna fatale. Ambigua, misteriosa ma fondamentalmente positiva, Jessica rappresentò un traguardo notevole per l'animazione disneyana, che mai si era spinta tanto oltre nel rappresentare la femminilità. Jessica più che essere una bella donna ne rappresenta la caricatura, ma è senza dubbio una delle icone del film, la cui frase “Non sono cattiva, è che mi disegnano così” rimase scolpita nella memoria di tutti.
È tuttavia Roger Rabbit, il perno su cui ruota la storia. Roger è la star di una serie fittizia di cortometraggi prodotti dalla Maroon Cartoon, ed è ovviamente un personaggio creato ad hoc, rappresentante ideale di quel tipo di animazione incentrata sullo slapstick su cui all'epoca puntavano artisti come Tex Avery e Chuck Jones. Come molti suoi epigoni dell'epoca, il coniglio lavora seguendo una formula narrativa ben precisa, che si mantiene costante di episodio in episodio, variando solo il setting: lo schema in questione riguarda il difficoltoso baby-sitteraggio di Baby Herman, neonato propenso a cacciarsi nei guai e ad uscirne intonso. Il film inizia con Something's Cooking, cortometraggio fittizio che dovrebbe dare allo spettatore un assaggio di quella che è la tipica giornata di lavoro del protagonista. La serie di Roger ed Herman (che si scoprirà non comportarsi esattamente da bambino, una volta dietro le quinte) costituisce il punto di partenza dell'indagine di Eddie Valiant, che si ritroverà ben presto ad investigare sull'omicidio del proprietario di Cartoonia Marvin Acme, di cui è accusato proprio Roger. Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? presenta una trama molto intricata, non priva di risvolti angosciosi e narrata con un linguaggio cinematografico molto distante da quanto prodotto fino a quel momento, e ciò fa ben capire i timori della company al momento di associare il proprio marchio al film.
La Fiera dell'Easter Egg
L'animazione di Richard Williams è nota per la sua fluidità superiore persino alla media disneyana, ottenuta realizzando un disegno differente per ognuno dei ventiquattro fotogrammi che compongono un secondo di filmato. Questa diversità in Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? si percepisce e contribuisce a restituire quell'effetto straniante causato dal veder convivere persone reali e disegnate nella stessa sequenza. Come si è visto, l'animazione del film è stata seguita da Williams nei suoi uffici londinesi, nei quali vennero momentaneamente trasferiti alcuni artisti degli studios, mentre una seconda squadra lavorava a Burbank. Al lungometraggio collaborarono artisti come Andreas Deja, Nik Ranieri, James Baxter, Dale Baer, nomi oggi ben noti, ma all'epoca ancora all'inizio della loro carriera. Questo team, oltre a dare vita ai personaggi di Jessica, Roger e Herman, si sbizzarrì a popolare il cast di altre memorabili figure come il taxi Benny o le faine che fanno da scagnozzi al giudice Morton, proiezione più sinistra delle donnole utilizzate di frequente nella classica animazione disneyana sin dai tempi de Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad.
Il piatto forte del film sono però le numerose apparizioni di alcune vecchie glorie dell'animazione Disney e non, ottenute grazie alla mediazione di Spielberg. Nel lungometraggio è possibile individuare personaggi storici come Betty Boop, Droopy, Woody Woodpecker, Koko the Clown e buona parte del cast Disney e Warner. I grandi assenti rimangono Tom e Jerry, a causa del rifiuto da parte dell'MGM di concederli in licenza. Indimenticabile è il duello a colpi di pianoforte tra Paperino e Daffy Duck, come anche l'improvvisato team-up tra Bugs Bunny e Topolino, quest'ultimo animato dallo stesso Deja. La sequenza in cui è presente il maggior numero di cameo illustri è chiaramente quella in cui dopo tanto tempo Valiant decide di tornare a Cartoonia, superando i traumi del suo passato e ritrovandosi di fronte ad un mondo affascinante ma anche pericolosissimo. Chiaramente trattandosi di un film Disney non ci sono stati problemi ad attingere alla principale scuderia di personaggi, portando in scena materiale più o meno noto. Ecco dunque sfilare il cast de Il Drago Riluttante, I Racconti dello Zio Tom, Tanto Caro al Mio Cuore e delle Silly Symphony, insieme ad altre figure piú o meno famose. Gli animatori si prendono inoltre alcune licenze, inserendo figure e riferimenti anche successivi al 1947, come dimostra la sequenza in cui Roger e Eddie si nascondono in un cinema e assistono alla proiezione di Goofy's Gymnastic (1949). Insomma, siamo di fronte ad un'opera con una sua autonomia, ma anche ad un'enciclopedia dell'animazione, che l'appassionato potrà gustarsi fotogramma dopo fotogramma, cercando di cogliere ogni riferimento.
Dai, Ridi, Dai!
Chi Ha incastrato Roger Rabbit? si differenzia dai suoi predecessori a scrittura mista come Mary Poppins e Pomi d'Ottone e Manici di Scopa per non conservare la tradizionale struttura musical. Il genere dopotutto è diverso, si parla di una detective story ambientata dietro le quinte di Hollywood, e lo spirito è quello di mostrare il marciume che nasconde un mondo apparentemente felice. A comporre la colonna sonora, cercando di restituire il feeling del cinema noir, è il bravo Alan Silvestri. Tuttavia il lungometraggio ha anche un'anima enciclopedica, ed è incentrato su un mondo in cui la musica ha un ruolo importantissimo. Non stupisce quindi di trovare citati brani famosi come Witchcraft di Frank Sinatra e persino alcune sequenze musicali più corpose, che reinterpretano brani preesistenti:
- Hungarian Rhapsody - Questo brano di Liszt è la colonna sonora del tanto atteso duetto/scontro tra i due paperi più famosi dell'animazione: Paperino e Daffy. La sequenza è davvero indimenticabile per qualsiasi appassionato, tuttavia il brano rimarrà nel corso degli anni legato a doppio filo più con Daffy che con Paperino. Nel 1950 era infatti uscito un disco intitolato Daffy's Rhapsody in cui il doppiatore Mel Blanc, nei panni di Daffy, cantava proprio su questa melodia un inno a sé stesso. La canzone sarebbe diventata nel 2012 colonna sonora dell'omonimo cortometraggio in CGI, in cui avremo visto finalmente un Daffy in tre dimensioni cantarla al pubblico, riutilizzando proprio la registrazione d'epoca con la voce di Blanc.
- Why Don't You Do Right? - Si tratta di una canzone blues del 1936 divenuta famosa soprattutto grazie all'interpretazione della cantante Peggy Lee. Viene qui riciclata come numero musicale con cui Jessica Rabbit si presenta al pubblico, cantando sul palcoscenico del club Inchiostro e Tempera. Si tratta di una delle sequenze più iconiche, in cui la vediamo giocare a sedurre il pubblico, coinvolgendo Marvin Acme ed Eddie Valiant. La scena venne all'epoca considerata di rottura e fu tra quelle che aiutarono maggiormente il film ad entrare nell'immaginario popolare.
- Smile, Darn Ya, Smile! - È una canzone allegra ma venata di nostalgica malinconia che gli abitanti di Cartoonia intonano per dare il benvenuto ad Eddie dopo tanto tempo. È probabilmente la sequenza più ricca di tutte, dal momento che è qui che si riversa la maggior parte di personaggi Disney e non, tratti specialmente dalle Silly Symphony e da I Racconti dello Zio Tom. La canzone non è però originale, ma risale al 1931, ed era già stata utilizzata per l'omonimo cortometraggio della serie Merrie Melodies, che vedeva protagonista Foxy, un clone di Topolino creato da Harman e Ising, che si trovava in una situazione simile a quella di Oswald in Trolley Troubles.
- The Merry-Go-Round Broke Down - Composta nel 1937 e divenuta il tema musicale ufficiale dei cortometraggi Warner, questa canzone appare nel film in ben due occasioni. La prima volta è la sequenza in cui Roger si esibisce davanti alla folla di un locale, convinto che nessuno degli avventori lo tradirà, per la gratitudine di averli fatti ridere. La seconda volta è la simbolica chiusura del lungometraggio, che è affidata a Porky Pig, come da tradizione Warner. La sua celebre frase “That's All Folks!” viene coronata dall'improbabile (e anacronistico) cameo di Trilli, che con un colpo di bacchetta magica suggella l'unione artistica dei due principali studi d'animazione dell'epoca d'oro.
A proposito del team up tra Disney e Warner, va notato che il cognome del proprietario dell'intero ghetto di Cartoonia è un omaggio al fittizio marchio ACME, utilizzato a mo' di tormentone nei cortometraggi Warner, ed esibito specialmente sopra i marchingegni utilizzati da Wile E. Coyote. In Chi Ha incastrato Roger Rabbit? questo marchio viene usato come elemento comune in grado di riunire ogni cartone animato sotto un'unica bandiera. Qualche anno dopo, in occasione del lancio dei Mickey Mouse Works, la Disney si sarebbe però ricordata di aver avuto sin dagli anni 30 un corrispettivo della warneriana ACME, poi dimenticato. Si trattava della ditta fittizia Ajax, utilizzata molto meno ma in corti di una certa rilevanza come Lonesome Ghosts, e che da quel momento in poi sarebbe stata rispolverata di frequente.
Il Destino di un Coniglio
Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? fu senza dubbio un film atipico e rivoluzionario che ebbe un grandissimo impatto sul pubblico. Il successo fu stratosferico e contribuì a ridare fiducia all'animazione Disney, il cui futuro fino a quel momento era ancora molto incerto. Il Rinascimento Disney prima ancora che con La Sirenetta, a ben vedere, iniziò proprio qui. Inutile dire che Roger divenne una sorta di nuova mascotte aziendale, e apparve persino nelle animazioni di raccordo realizzate per speciali televisivi celebrativi. Venne inoltre varata una serie di cortometraggi cinematografici, prodotti in gran parte dalla nuova succursale di Florida, ancora una volta in collaborazione con la Amblin. Ne vennero realizzati tre, Tummy Trouble, Rollercoaster Rabbit e Trail Mix-Up, ma poco prima di portare a termine il quarto (Hare in My Soup) la serie venne troncata e il personaggio venne archiviato. I rapporti con la Amblin si stavano ormai irrimediabilmente raffreddando e progressivamente di Roger Rabbit svanì ogni traccia. La serie televisiva inizialmente prevista su di lui, venne rielaborata sostituendo il protagonista con una lince dalla personalità molto simile che interagiva con un mondo di esseri umani: si trattava di Bonkers.
La Amblin di Spielberg, in collaborazione con la Warner, realizzò inoltre alcune serie tv molto riuscite che vedevano la presenza di cartoni animati consci della propria natura animata: Tiny Toon Adventures e Animaniacs. In tempi recenti si è spesso parlato di riprendere in mano Roger Rabbit e realizzarne un sequel, ma l'allontanamento di Robert Zemeckis dalla casa del Topo dopo il flop della sua Imagemovers, la morte di Bob Hoskins e le insistenze dell'autore del romanzo originale, Gary K. Wolf, di far virare tutto verso una sorta di bizzarro team-up con Topolino, intitolato The Stooge, non ha fatto che allontanare le possibilità di rivedere Roger in azione. La stessa filosofia alla base del film del 1988, e l'utilizzo intelligente di personaggi esterni concessi in licenza avrebbe però fatto capolino nel 52° lungometraggio dei Walt Disney Animation Studios, Ralph Spaccatutto, in cui ad essere messo in scena non sarebbe stato il mondo dei cartoni animati, ma quello dei videogiochi.di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Who Framed Roger Rabbit?
- Anno: 1988
- Durata:
- Produzione: Don Han, Kathleen Kennedy, Frank Marshall, Steven Spielberg, Steve Starkey, Robert Watts
- Regia: Richard Williams, Robert Zemeckis
- Sceneggiatura: Jeffrey Price, Peter S. Seaman
- Basato su: Who Censored Roger Rabbit di Gary K. Wolf
- Cast: Joanna Cassidy, Morgan Deare, Charles Fleischer, Lou Hirsch, Bob Hoskins, Stubby Kaye, Richard Le Parmentier, Alan Tilvern
- Musica: Alan Silvestri
- Supervisione dell'Animazione: Dale L. Baer, Andreas Deja, Russell Hall, Phil Nibbelink, Simon Wells
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Hans Bacher | Sviluppo Visivo |
Dale L. Baer | Animatore principale (Additional) |
James Baxter | Animazione |
David Byers-Brown | Animazione |
Roger Cain | Production Design |
Patricia Carr | Direzione di Produzione (UK) |
Joanna Cassidy | Cast (Dolores) |
Roger Chiasson | Animazione |
Karen Comella | Supervisione Ink & Paint (Additional) |
Alain Costa | Animazione |
Caron Creed | Animazione |
Dean Cundey A.S.C. | Fotografia |
Patsy De Lord | Direzione di Produzione (Anumation) |
Morgan Deare | Cast |
Andreas Deja | Animatore principale |
Ron Dias | Fondali (Additional) |
Dave Dunnet | Layout (Additional) |
Charles Fleischer | Cast (Roger Rabbit, Benny the Cab) |
William H. Frake III | Layout (Additional) |
Alvaro Gaivoto | Animazione |
Chuck Gammage | Animazione |
George Gibbs | Supervisione Effetti Speciali (Mechanical EFX) |
Joe Haidar | Animazione |
Russell Hall | Animatore principale |
Alyson Hamilton | Animazione |
Don Han | Produttore Associato |
Brigitte Hartley | Animazione |
Lou Hirsch | Cast (Baby Herman) |
Bob Hoskins | Cast (Eddie Valiant) |
Michael Humphries | Fondali (Additional) |
Joanna Jonston | Costumi |
Mark Kausler | Animazione (Additional); Sviluppo Visivo |
Stubby Kaye | Cast (Marvin Acme) |
Kathleen Kennedy | Produttore Esecutivo |
Christopher Knott | Supervisione agli Effetti d'Animazione |
Richard Le Parmentier | Cast (Lt. Santino) |
Greg Manwaring | Animazione |
Frank Marshall | Produttore |
Barbara McCormack | Supervisione Ink & Paint |
Gary Mudd | Animazione |
Jacques Muller | Animazione |
Roy Naisbitt | Supervisione Layout |
Phil Nibbelink | Animatore principale |
Matthew O'Callaghan | Animazione (Additional) |
Brent Odell | Animazione |
Shelley Page | Fondali |
Don Paul | Supervisione agli Effetti d'Animazione (Additional) |
Jeffrey Price | Sceneggiatura |
Ken Ralston | Supervisione Effetti Speciali |
Joe Ranft | Sviluppo Visivo |
Nik Ranieri | Animazione |
Ron Rocha | Direzione di Produzione (Anumation Additional) |
Arthur Schmidt | Montaggio |
Elliot Scott | Production Design |
Peter S. Seaman | Sceneggiatura |
Harald Siepermann | Sviluppo Visivo |
Alan Silvestri | Musica |
Alan Simpson | Animazione |
Tom Sito | Animazione |
Bruce W. Smith | Animazione (Additional) |
Dave Spafford | Animazione |
Steven Spielberg | Produttore Esecutivo |
Steve Starkey | Produttore Associato |
Rob Stevenhagen | Animazione |
Kathleen Swain | Fondali (Additional) |
Mike Swindall | Animazione |
Barry Temple | Animazione (Additional) |
Alan Tilvern | Cast (R. K. Maroon) |
Frans Vischer | Animazione (Additional) |
Robert Watts | Produttore |
Simon Wells | Animatore principale |
Peter Western | Animazione |
Colin White | Animazione |
Richard Williams | Regista (Animation) |
Gary K. Wolf | Storia Originale (Who Censored Roger Rabbit) |
Robert Zemeckis | Regista (Live Action) |